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Beyrouth

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Beyrouth

 

Ti ho conosciuto nella gioia di una pace

Rara come l’acqua del deserto

Bella come la tua gente felice

Di attraversare le strade di normalità.

Affascinante come poche lune al mondo

Aspettavi quei momenti di dialogo

Tra vino, arak e musica

Mentre nelle moschee la guerra santa non mordeva

Ti ho conosciuto bella e spietata

Nei ricordi di antiche lacerazioni

In una Hamra felice di gioire

Mentre servivano a Ghazir il kebab

Che ho capito cosa essere, li.

Ti ho amato subito come terra mia

Come gente dal grande cuore accogliente

Mentre ora piango la tua gente

All’ombra dei templi romani.

Fa paura, domani

Mentre il nostro Dio accoglie

Lo spirito di umani

Partiti dal mondo di Bacco

E tornati anche cristiani.

Speriamo non siano israeliani.

 Arcangelo Galante - 10/08/2020 11:52:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

La lettura del testo mi ha ricordato una cantante libanese, che diceva:
O amore di Beirut
O amore dei giorni
Ritorneranno, o Beirut
I giorni
ritorneranno”
(Fairouz, Hawa Beirut)!
E il poeta narra l’esperienza sentimentale, sgorgata in una terra, contraddittoria, giacché similmente bella e accogliente, come i ricordi descritti, i quali gli hanno però lasciato strascichi di pensieri concitati e variopinte emozioni.
Salienti i riferimenti geografici di Al Hamra, città vecchia di 400 anni, nonché di Ghazīr, villaggio del Monte Libano, situato a una trentina di chilometri a nord di Beirut, con sensazioni di sapori tipici locali, a partire dalla bevanda alcolica detta arak, apprezzata nella Mezzaluna fertile e diffusa in Libano, Siria, Iraq, Giordania, Palestina e in Israele, per proseguire con il diffusissimo kebab, la musica, l’ospitalità gradita e altre descrizioni che delineano il pathos dell’autore e i gusti appartenenti persino all’anima propria.
Quindi, facile non deve essere stato, aver lasciata una terra, avvertita anche come luogo di appartenenza.

 francesca espositi - 09/08/2020 22:44:00 [ leggi altri commenti di francesca espositi » ]

e speriamo che non siano nemmeno cristiani, se ci ricordiamo di Sabra e Chatila.

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